Gli obiettivi ambientali
L'Agenda e l'ambiente
Nel programma di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, gli obiettivi ambientali affrontano temi fondamentali per il futuro del pianeta: il clima (Goal 13), la biodiversità (Goal 14 e Goal 15), le risorse energetiche (Goal 6 e Goal 7). Si tratta di obiettivi orientati alla tutela della natura e degli ecosistemi, e affrontano in particolare temi cruciali come il contenimento dei fenomeni legati al cambiamento climatico, la difesa della diversità biologica, l’equo accesso alle risorse naturali, una maggiore diffusione delle fonti energetiche rinnovabili.
Goal 13 - Agire per il clima
Nel nostro Paese si registrano sempre più frequentemente fenomeni climatici estremi con conseguenze pericolose: frane, alluvioni, incendi boschivi, ondate di calore, siccità e desertificazione. Il contesto nazionale di fragilità idrogeologica e di cattiva gestione del territorio contribuisce ad aggravare il bilancio di danni economici e ambientali. Rispetto ai valori climatologici standard (misurati sulla media del periodo 1961-1990), si sono avute in Italia importanti anomalie della temperatura media sulla terraferma, che sono cresciute negli ultimi due secoli di 1,7 °C (pari a oltre 0,8 °C per secolo). Il contributo più rilevante a questo aumento, però, è avvenuto negli ultimi 50 anni, per i quali l'aumento è stato di circa 1,4 °C (pari a circa 2,8°C per secolo).
Il Goal 13 in Italia è ancora lontano dall'essere raggiunto. Questo a causa principalmente di una cattiva gestione delle attività di produzione energetica, ancora troppo legate all'emissione di anidride carbonica nell'atmosfera.
L'indicatore ASviS
Le emissioni dei gas serra, e in particolare di CO2, nell'atmosfera rappresentano un indicatore significativo per valutare lo stato di salute ambientale. Il grafico mostra l'andamento dell'indicatore ASviS che contempla anche il contenimento della produzione di tonnellate di CO2 equivalenti pro-capite.
L’Italia negli ultimi anni ha registrato risultati altalenanti. Infatti, dopo un periodo di politiche a favore dell’ambiente, dal 2014 il nostro Paese ha rallentato nel triennio successivo. In particolare il deficit va attribuito alle emissioni di gas serra totali del settore produttivo (il consumo familiare è responsabile per circa un terzo del totale).
BUONE NOTIZIE. L’Italia ha fatto notevoli progressi per la riduzione del 20% delle emissioni di anibride carbonica nell'atmosfera (rispetto ai livelli del 1990), raggiungendo l'obiettivo individuato dal programma UE Europa 2020.
CATTIVE NOTIZIE. L’attuale tasso di riduzione di emissioni è lontano dall’obiettivo di decarbonizzazione previsto dall'UE per il 2050. Per raggiungere i livelli richiesti, il tasso di diminuzione delle emissioni di CO2 dovrebbe essere triplicato.
Goal 6 - Acqua pulita e servizi igenico-sanitari
L'acqua è un bene prezioso: i cambiamenti climatici e i crescenti consumi idrici spingono a considerare la disponibilità di acqua come uno dei principali punti dell’agenda politica del futuro. In Italia il prelievo di acqua per uso potabile è tra i più elevati d'Europa, anche in termini pro capite: nel 2022, 9,14 miliardi di metri cubi, pari a un prelievo giornaliero di 25 milioni di metri cubi, cioè 424 litri per abitante. Inoltre si sono rilevate alcune criticità nelle risorse idriche soprattutto nelle aree del Mezzogiorno, che rimangono esposte a fenomeni di siccità e cattiva gestione delle infrastrutture.
Il Goal 6 in Italia, nonostante alcuni risultati consolidati (l'utilizzo di acqua potabile e servizi igienici di base), pone ancora molte sfide, soprattutto sul fronte della riduzione e razionalizzazione dei consumi idrici.
L'indicatore ASviS
Tra il 2010 e il 2014 l’indicatore ASviS mostra un andamento altalenante, con un peggioramento dal 2015 al 2017 e una certa stabilità negli anni seguenti. L'indicatore elabora i dati relativi principalmente all'utilizzo dell'acqua del rubinetto come acqua potabile, al trattamento delle acque reflue e all'indice di sfruttamento idrico (cioè i prelievi idrici rispetto alle risorse idriche disponibili).
In particolare, nel nostro Paese, quest'ultimo indice è responsabile della stagnazione in tema di sostenibilità idrica in questi ultimi anni: infatti il suo valore è aumentato sensibilmente nell'arco degli anni (dal 6,7% nel 2010 al 24%, fra i più elevati nel contesto europeo). Inoltre la bassa efficienza del sistema idrico italiano e della rete di distribuzione dell’acqua potabile (che si attesta al 57,8%) minaccia la sostenibilità idrica del nostro Paese, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno.
BUONE NOTIZIE. Si registra un miglioramento nella rete di smaltimento delle acque: l’89% dei residenti ha un allaccio al sistema fognario.
CATTIVE NOTIZIE. È ancora alta la percentuale delle famiglie italiane che dichiara di non fidarsi dell'acqua che esce dal rubinetto di casa (29%). In generale, rimangono ampie le differenze tra le aree geografiche del Paese (il Mezzogiorno è più penalizzato del Centro-Nord).
Goal 7 - Energia pulita e accessibile
Nella produzione di energia, l'utilizzo di tecnologie inefficienti e di combustibili non puliti incide sulla qualità dei consumi energetici: le risorse vengono depauperate e si mette a rischio la salute della popolazione, generando costi sociali, economici e ambientali. In Italia, in termini di produzione elettrica nazionale, le energie rinnovabili soddisfano circa un terzo del fabbisogno (35,6%), un dato in costante crescita anche nel settore dei trasporti.
L'Italia si è impegnata a eliminare completamente le centrali a carbone entro il 2025 e il piano è di installare fino a 70 GW di energia rinnovabile nel prossimo decennio.
Il Goal 7 in Italia presenta una promettente percentuale di realizzazione, con segnali incoraggianti soprattutto sul fronte della conversione energetica alle fonti rinnovabili e dell'efficientamento degli utilizzi domestici.
L'indicatore ASviS
L'indicatore, che tiene conto dell'utilizzo di energia da fonti rinnovabili, mostra un andamento positivo tra il 2010 e il 2020: è superiore alla media europea e non ha subito rallentamenti in seguito alla crisi pandemica. Sono migliorati sia la quota di energia da fonti rinnovabili sia l’efficienza energetica. La pandemia ha contribuito a ottimizzare questo processo, che però è tornato a rallentare con la ripresa economica del 2021.
È comunque uno dei pochi obiettivi in cui l'Italia dà segni di crescita: nel 2019 il nostro Paese ha raggiunto il target posto dal programma Europa 2020 relativo all’energia da fonti rinnovabili (18,1%, rispetto al target del 17%).
BUONE NOTIZIE. Nell'arco di 10 anni l’efficienza energetica è aumentata del 12,3%.
CATTIVE NOTIZIE. Sebbene sia diminuita la percentuale di popolazione con problemi a riscaldare in modo adeguato la propria abitazione (nel 2022, il 9%), questa quota è superiore alla media europea. Le difficoltà sono più evidenti nelle fasce a rischio di povertà, tra i cittadini stranieri e nel Mezzogiorno.
Goal 14 - La vita sott'acqua
Il mare regola il clima, la disponibilità di acqua e cibo, la qualità dell’aria che respiriamo: per questo la salvaguardia degli oceani, dei mari e delle risorse marine è un elemento fondamentale per la salute e la salvaguardia del pianeta. In Italia la tutela delle risorse marine si concretizza soprattutto nella protezione, nel recupero e nel ripristino degli ecosistemi marini, ma al tempo risulta fuori controllo il fenomeno dell'overfishing (sovrapesca).
Il Goal 14 in Italia registra buoni risultati nella creazione di siti tutelati dal punto di vista della biodiversità, ma è fortemente penalizzato dalle attività di pesca che intensificano i processi di impoverimento delle risorse biologiche marine.
L'indicatore ASviS
Nel corso dell’ultimo decennio l’indicatore ASviS relativo al raggiungimento del Goal 14 mostra un andamento altalenante e complessivamente negativo: in crescita fino al 2015, grazie alla creazione di aree marine protette (1,7% dello sviluppo totale delle coste, tendenza in crescita), è peggiorato decisamente negli ultimi anni a causa del sovrasfruttamento degli stock ittici (+11,2% tra il 2014 e il 2020) e dell’incremento dell’attività della pesca (+34,5% dal 2010 al 2018).
BUONE NOTIZIE. Nel febbraio del 2022 sono stati riformati gli articoli 9 e 41 della Costituzione, con l'introduzione della tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi anche nell’interesse delle future generazioni.
CATTIVE NOTIZIE. In Italia, come in altre parti del Mediterraneo, l’attività di pesca non rientra nei termini di sostenibilità: ben il 90% opera in condizioni di sovrasfruttamento e minaccia la capacità di riproduzione della maggior parte delle risorse ittiche.
Goal 15 - La vita sulla terra
La diminuzione della biodiversità e i fenomeni di deforestazione e desertificazione minacciano gli ecosistemi terrestri: sono conseguenze connesse alle attività umane e al cambiamento climatico che mettono a rischio le fonti di sostentamento della popolazione. Nel contesto italiano, i progressi nel raggiungimento del Goal 15 possono essere monitorati principalmente nel campo della protezione degli ambienti naturali e nel contrasto al degrado del territorio e alla perdita di biodiversità.
Il Goal 15 in Italia registra una tendenza generalmente stabile, con importanti efficienze sia in termini di creazione e manutenzione di siti terrestri protetti, sia nella limitazione del disboscamento del territorio. Desta invece preoccupazione lo stato della biodiversità: nonostante l'attività di controllo delle specie a rischio (comprese nella Red List dell'IUCN), fra le specie terrestri presenti nel nostro Paese sono a rischio di estinzione oltre il 30% delle specie di Vertebrati e circa il 20% delle specie di Insetti, mentre continua a crescere la presenza di specie alloctone invasive.
L'indicatore ASviS
L'indicatore ASviS, che riguarda principalmente l'indice di copertura del suolo, registra nell'ultimo decennio una tendenza in costante peggioramento. La frammentazione e il consumo del suolo, oltre al fenomeno dell'impermeabilizzazione del suolo da copertura artificiale, hanno contribuito in maniera significativa a destabilizzare gli ecosistemi terrestri. I maggiori responsabili del processo di riduzione della continuità di habitat e unità di paesaggio sono l’espansione urbana e lo sviluppo delle infrastrutture.
BUONE NOTIZIE. L'Italia è il secondo Paese europeo per copertura forestale (dopo la Spagna) e nel 2023 gli ettari di foreste gestiti in maniera sostenibile sono stati 980.000 (+ 5,9% rispetto all'anno precedente).
CATTIVE NOTIZIE. Nonostante il rallentamento degli ultimi anni, connesso alla crisi del settore delle costruzioni, il consumo di suolo è in costante crescita: in Italia nel corso del 2022 sono stati asfaltati o cementificati circa 77 km quadrati di superficie, oltre il 10% in più rispetto al 2021.