1 - Sconfiggere la povertà

Povertà, a che punto siamo?

Sconfiggere la povertà nel mondo è il primo dei 17 obiettivi (Goal) indicati dall’Agenda 2030. È la sfida più grande da vincere, l’obiettivo prioritario da raggiungere per promuovere uno sviluppo sostenibile della Terra.

Dal 1990 ad oggi la percentuale delle persone che vivono in una situazione di povertà estrema (con meno di 2,15 dollari al giorno) è progressivamente calata. Considerando che nel 2022 erano 712 milioni le persone in povertà estrema, secondo le tendenze attuali nel 2030 575 milioni di persone (quasi il 7% della popolazione mondiale) vivranno ancora in condizioni di estrema povertà, rispetto agli 800 milioni del 2015 (pari al 10,8%).

Questo grafico della Banca Mondiale illustra l’andamento e le proiezioni del fenomeno fino al 2030 nelle diverse aree continentali. Sono evidenti il trend di riduzione progressiva della povertà estrema nel mondo e la differente incidenza del fenomeno nelle diverse aree geografiche.

Popolazione in condizioni di povertà estrema nel mondo (1990-2022) Fonte: Banca Mondiale

Meno poveri ma con una recente impennata

Dopo alcuni decenni di progressi costanti, gli impatti della pandemia di COVID-19 hanno invertito la tendenza positiva, con un aumento del numero di persone che vivono in grave povertà, pari a circa 70 milioni di persone. La ripresa dalla pandemia è stata poi lenta e disomogenea e ad essa si sono aggiunte situazioni di instabilità geopolitica, economica e climatica. L'eliminazione della povertà estrema sarà particolarmente difficile nell'Africa subsahariana e nelle aree colpite da conflitti.

Secondo le ultime stime, nel 2022 la percentuale di persone in condizioni di estrema povertà era di circa il 9% della popolazione mondiale (circa 700 milioni di persone).

Povertà, che fare?

Di fronte alle crisi economiche e alle catastrofi naturali, le fasce povere della popolazione mondiale possono cadere in uno stato di grave indigenza. Gli aiuti economici che vengono finanziati in queste situazioni, però, non sono sufficienti per aiutare queste persone a uscire dalla miseria.

Quello che in realtà serve sono programmi di protezione sociale con sostegno per sanità, alimentazione, istruzione, formazione professionale, pensioni… I 17 obiettivi dell’Agenda 2030 sono strettamente collegati uno all’altro e devono essere perseguiti tutti insieme.

Le risorse vanno indirizzate verso i servizi essenziali per costruire una rete efficiente di sicurezza sociale ed economica. I dati del 2021 mostrano che la percentuale media globale della spesa pubblica totale per i servizi essenziali è di circa il 53%, con una media complessiva del 62% per le economie avanzate e del 44% per le economie emergenti e in via di sviluppo. In altre parole: serve ancora la metà delle risorse globali per garantire a tutti protezione sociale, sanitaria ed economica.

I traguardi

Per facilitare il raggiungimento dell’obiettivo, l’Agenda 2030 ha suddiviso questo Goal in sette target, da raggiungere entro il 2030, qui sintetizzati:

1.1 Eliminare la povertà estrema per tutte le persone in tutto il mondo, attualmente misurata come persone che vivono con meno di $2,15 al giorno.

1.2 Ridurre almeno della metà la percentuale di uomini, donne e bambini di ogni età che vivono in povertà in tutte le sue dimensioni in base alle definizioni nazionali.

1.3 Applicare a livello nazionale sistemi adeguati e misure di protezione sociale per tutti, includendo i livelli minimi, e raggiungere una sostanziale copertura dei poveri e dei vulnerabili.

1.4 Assicurare che tutti gli uomini e le donne, in particolare i poveri e i vulnerabili, abbiano uguali diritti riguardo alle risorse economiche, così come l'accesso ai servizi di base, la proprietà e il controllo sulla terra e altre forme di proprietà, eredità, risorse naturali, adeguate nuove tecnologie e servizi finanziari, tra cui la microfinanza.

1.5 Entro il 2030, costruire la resilienza dei poveri e di quelli in situazioni vulnerabili e ridurre la loro esposizione e vulnerabilità ad eventi estremi legati al clima e ad altri shock e disastri economici, sociali e ambientali.

1.a Garantire una significativa mobilitazione di risorse da una varietà di fonti, anche attraverso la cooperazione allo sviluppo rafforzata, al fine di fornire mezzi adeguati e prevedibili per i Paesi in via di sviluppo, in particolare per i Paesi meno sviluppati, ad attuare programmi e politiche per porre fine alla povertà in tutte le sue dimensioni.

1.b Creare solidi quadri di riferimento politici a livello nazionale, regionale e internazionale, basati su strategie di sviluppo a favore dei poveri e attenti alla parità di genere, per sostenere investimenti accelerati nelle azioni di lotta alla povertà.

Focus - I minori e la povertà in Italia

Secondo il Rapporto 2023 su povertà ed esclusione sociale di Caritas Italiana, nel 2023 i poveri in Italia erano oltre 5,6 milioni (pari al 9,7% dei residenti in Italia), mentre, altro dato allarmante, le persone a rischio di povertà e di esclusione sociale sono pari a circa un quarto della popolazione, in aumento rispetto ai rilevamenti nel lustro precedente.

Le differenze regionali sono notevoli: nel Mezzogiorno il rischio di povertà riguarda quasi la metà degli individui (oltre il 40%), mentre nel Nord solo meno del 15%. Questa discrepanza tra aree geografiche è evidenziata nel grafico dell’ISTAT, che riporta il 24,4% di rischio come dato nazionale.

L’Osservatorio sulla povertà educativa ha rilevato che in Italia nel 2022 le persone con meno di 18 anni in povertà assoluta ammontavano al 13,4% della popolazione giovanile (pari a ben 1,27 milioni di minori). Rispetto al 2005 (quando il dato era inferiore al 5%) c’è stato un peggioramento preoccupante. Con la pandemia la quota di bambini e ragazzi in povertà assoluta aveva addirittura superato il 14%.

Tra le cause di questo peggioramento, l’inflazione seguita alla fase post-pandemica è quella che ha avuto l'incidenza maggiore. Anche in questo caso esiste un certo divario tra le aree geografiche del Paese: nel Mezzogiorno la povertà assoluta minorile raggiunge il 15,9%, un valore più alto della media nazionale per i minori (13,4%) e di quella per l’intera popolazione (9,7%). Nel Centro e nel Nord la percentuale della povertà minorile scende e si attesta rispettivamente all’11,5% e al 12,3%, un dato che, seppure inferiore al Sud, è comunque superiore al dato nazionale.

Rischio di povertà o di esclusione sociale, per regione (2021-2022) in valori percentuali. Fonte ISTAT, Indagine Eu-Silc

Generazioni a confronto

Nel grafico ISTAT viene rappresentata l’incidenza della povertà assoluta per fascia d'età, in un arco temporale che va dal 2005 al 2021. Emerge che negli anni si è creato un evidente divario generazionale tra “giovani” e “anziani”, e che oggi le condizioni di indigenza colpiscono più le fasce giovani di quelle anziane, diversamente di quanto accadeva un decennio fa.

FONTE: elaborazione openpolis - Con i Bambini su dati Istat (2022)